L'Uomo Arancia

Letteratura d'assalto. In crisi. Dal 1989

EMPATIA

 

Ho dato la ragione troppe volte

Per troppe volte ho cercato di calmare gli animi

tranquillizzare passerotti in preda ad una crisi epilettica

trascendentale

allentare il cappio di un impiccato indifeso

innocuo

Infinite volte

ho spento con parole preziose copertoni andati a fuoco

in un campo nomadi

senza dar peso ai sacchi d'oro rovesciati al depuratore

come se fossi ricco


La pietà che provavo per l'insensatezza dei discorsi e sentimenti di occhi illuminati da capillari esplosi

pelli che rivelano la rigidità dei nervi

sensibili tremolii targa dell'impotenza

mi spingevano a depositare un soffice lenzuolo di seta ambrata

sopra il terreno pietoso che io

avevo attraversato a piedi nudi

ma che provocava l'urlo

e la malsana irritazione

di chi ci aveva sempre camminato con le scarpe di gomma


Ma perché poi?

Perché?

Perché questi sorrisi bonari

questa placida mitezza

questi gesti appena accennati, rassicuranti, comprensivi?

Perché ho tanta paura della guerra?

Perché non tollero la sensazione del vomito

quando la gastrite nervosa mi spacca lo stomaco in crepe

che si diradano come su un lago ghiacciato?

Perché

non posso avere la forza della violenza incosciente dell'ira che avvampa?

Perché non riesco a ridurre in polvere chiunque si frapponga al mio percorso

utilizzando i più devastanti fucili

le bombe più roboanti?

Il sorriso del Dalai Lama e la guancia di Gesù Cristo

hanno davvero tutto questo potere su di me?

LA MOSCA BIANCA

 

Ho scordato

quella sensazione di tristezza dilagante

offuscante

il cielo sopra sereno e luminoso

quella debolezza permanente

del fisico corrotto dalla paralisi nervosa

Tempeste

elettriche dal cervello inviate

senza pietà

in ogni periferia della persona tutta


Immobilismo generato dalla stessa aria

inalata come cianuro

Un desiderio d morte

segue l corpo come un'ombra

La colpevolezza pregnante

ciascuno de miei gesti

ognuno dei miei pensieri


Ho scordato quell'assenza dai discorsi di gruppo

Quel costante pensiero socializzato

sul significato

di parole altrui

di sguardi

e sorrisi

e atteggiamenti spontanei

sgradevoli e sgraditi

violenze insensibili e indifferenti

eppur coscienti della loro crudeltà


Ma intorno

questi esistono

corrompono chi mi sta accanto

e trova insensate quelle tristezze

e quelle lacrime

che torturano le anime affini

rendendole cieche davanti allo specchio

difensive e sorde alle mie parole

scagliate come fossero delle sciabolate affilate

paralisi per ogni logica di pensiero

catastroficamente soffocata

da ogni accenno di assurda speranza.

RASSEGNAZIONE

 

Piango

perché non voglio dover mollare la presa

non voglio

giungere alla fine delle emozioni con la coscienza di farlo


Il buio

che mi aspetta è curativo in ospedale

ma quando disteso in un parco sotto il sole

a pochi passi dal fiume che mi ci ha portato

è paura


Piango, sì

perché sono obbligato a lasciare tutto il presente

e il futuro più crudele non mi spaventa

ché s'esso arriva

non farà che allentare la morsa della vita

abbassare le luci per farmi uso all'oscurità quindi spasimata


Una pietra col mio nome sopra

sarà sempre all'ombra dei cipressi

e né la luce del sole né il bagliore delle stelle

arriveranno a bagnarla d'immensità

Nessun sentimento

corroderà le incisioni, carezzerà il marmo, illuminerà le cupe venature

ma il nulla

riempirà di assenza un'ara in avanzo

e di vuoto

uno spazio in più.

ALTROVE

 

Una bambina

con lo sguardo assorto verso il basso cammina

sull'asfalto della strada

Auricolari nelle sue orecchie e uno schermo davanti agli occhi

masturbato e tormentato

dalle sue giovani dita

Viene distratta dal rumore di una macchina

che veloce e impietosa

quanto il disumano sa essere

le si precipita incontro

L'urlo del motore la penetra

fino in fondo ai timpani e lei

pronta

sollevato lo sguardo fa un lento passo di lato

salendo cautamente sul marciapiede.

TECNOLOGIA

 

0-1-1-1-0-0-1-0-1-0-0-1

Ti odio

Comunicazione assurda macchinazione dei tempi complessi

più recenti del contemporaneo

sfizio fatto necessità

informazione non essenziale contaminazione

linguaggio per menti geniali genitori della distruzione

dell'intelligenza futura nell'avanguardista nome della tecnologia informatizzata

disumanizzata

avventura della fascia ultraterrena

filantropica fantascientifica epopea robotizzata

Il futuro è adesso, il futuro è ora

ma il passato

il tempo in cui noi tutti vivevamo da uomini

quello sembra essere scomparso ieri l'altro.

AL SUPERMERCATO

 

Lo sportello è troppo grande

è costretto a spalancarlo tutto per scendere dall'auto

Il marito ben vestito

lei gli anni se li porta male, eppure ci tiene

all'apparenza

Persone semplici e dignitose

attraversano il parcheggio sotto la pioggia

camminano a testa alta

verso il discount in cui fanno la spesa

per il pranzo di Pasqua è quasi tutto pronto

solo un figlio non sarà presente

ché vive lontano con la sua famiglia

Lei non esce mai di casa

ma quando lo fa

quando s'immerge nella giungla della società

non vuole sfigurare

Quando incontra le bestie più feroci

non vuole essere additata

per quella troppo debole per tale violenza

Dignità è la parola

il dovere

Una dignità apparente dimostrata in quella giacca di pelliccia

nella giacca in pelle del marito

nella macchina

acquistata dopo innumerevoli sogni

sforzi

tentativi fallimentari

Dignità è l'ordine dato a sé stessi

ché i panni sporchi si lavano in casa propria

e nessuno deve accorgersi

della propria inadeguatezza ad un mondo troppo complicato e veloce.

A PRAYER

 

Let the rain fall down, my Love

Let it fall down

Let it wash the days of tiredness

squashed by the weight of the clouds

Weeks of constant work

where unstoppable we sweat and rush

forgetting to give a price to the Golden Free Time


Let it rain free, tonight

drops between smiles at night

that enlighten your emerald eyes

and while you do it

go on caressing my back

skin against skin

contacts of different warmths

perfectly assimilated in one single touch


Let me listen to the crashing water

on the floor of our balcony

Let me focus on that beautiful silence

while smelling the perfume of the soil


And please - please!

Don’t ask me to close the window tonight

Not tonight, please

You know I’d miss it.